L’ultima partenza

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La moto correva lungo l'asfalto di quelle strade sfrecciando a velocità molto elevata. La città a quell'ora della notte era silenziosa, poche erano quelle abitazioni con le luci ancora accese. Il cielo era nuvoloso e si intravedeva solo uno spicchio di luna.
Lentamente quella moto rallentò fino a spegnersi, facendo piombare tutto intorno nella calma più completa.
Alla guida vi era un ragazzo di 25 anni, con il piede inserì il cavalletto e si sfilò il casco sistemandosi i suoi capelli castani.
Un fiume scorreva imperterrito dinanzi a lui, infrangendosi contro le rocce poste ai suoi lati.
Il dolce cinguettare degli uccelli, allarmati da quella presenza non comune in quel luogo, lo fece fermare per un attimo a riflettere.
Pensò a Rose, sua fidanzata per 5 lunghi anni, avevano condiviso ogni gioia ed ogni dolore, diventando ogni giorno l'uno sempre più parte della vita dell'altro.

Scese dalla moto e si sedette in riva a quel fiume, guardando il cielo e sfilandosi quella catenina a forma di cuore legata attorno al suo collo; all'interno vi era una foto, quella di Rose. Era stata infatti lei a donargli quel gioiello come simbolo del loro amore e per fare in modo che lui non la dimenticasse mai.

Quante frasi fatte, quante bugie… Il "per sempre" non esiste, non è mai esistito. Strinse quella collana nel suo pugno, cercando di pensare se ne valesse davvero la pena, era davvero ora di voltare pagina?

Era davvero innamorato di Rose, per lei avrebbe dato la vita. Quella mattina, però, a lavoro aveva avuto una brutta sorpresa; le voleva portare un mazzo di rose per invitarla a cena quella sera per il loro 5° anniversario.
Rose non ricevette mai quei fiori. Già, perché nonappena lui entrò in ufficio la vide, mentre si stava baciava con il suo migliore amico.
Quale amico farebbe mai questo? Quale amico renderebbe una ragazza motivo di un litigio? Quale?

Aprì la mano per guardare un ultima volta quel cuore e poi lo lanciò, lontano dal suo sguardo.
In quel modo una piccola parte di sé se ne andava, scorrendo lungo quel fiume. Non si sentiva affatto sollevato, come avrebbe creduto. Anzi, iniziava a provare un'angoscia tale da pensare persino di aver preso una scelta affrettata.

Una mano gli venne poggiata sulla spalla, voltandosi una miriade di sentimenti lo colpirono… Dalla felicità fino all'odio. Era Rose, che aveva visto la sua moto parcheggiata lì davanti e si era fermata. Voleva parlare, ma lui non la ascoltò nemmeno.
Alle sue orecchie arrivarono solo piccoli frammenti della discussione; pur non capendo il senso completo di ogni frase, intuì che quella era realmente la fine… Quello era il solito discorso che tutti usavano in quei momenti:

«Non voglio litigare…parliamo…scusa»
 
Si alzò, si diresse verso la sua motocicletta e accese il motore. Successivamente si rimise il casco, il quale nascose alla ragazza quanto in realtà, sotto quell'apparente menefreghismo, celasse un'enorme tristezza.

«…non è come credi… perdonarmi»

Partì a tutta velocità, lasciandosi alle spalle quella ragazza, quel fiume, quel passato…
Partì, per quello che si rivelò poi il suo ultimo viaggio.

Continua con "Lacrime di pioggia"