[audio:http://www.fileden.com/files/2007/6/28/1218975/Michael%20Buble%20-%20I%20wanna%20go%20home.mp3|autostart=yes|bgcolor=0x000000]

A Roma il vento fischiava impetuoso, scuotendo gli alberi in quella notte di metà marzo. Gli scaccia spiriti, appesi sui balconi delle case, tintinnavano.
Faceva freddo, e le strade erano tutte deserte. Tutti gli abitanti della città erano rintanati nelle loro case a riscaldarsi davanti ad un camino in compagnia della televisione.
Un bar, l'unico rimasto aperto fino a quell'ora,  si preparava a chiudere. Mario, il proprietario,  aspettava con ansia quel momento ogni giorno, così da poter raggiungere la propria famiglia e dare la buonanotte alla figlia che non vedeva dalla mattina.

Ryan era rimasto solo, l'unico a passeggiare per quelle strade. La luna era coperta dalle nuvole e i lampioni illuminavano lievemente le vie circostanti.
Quella era la sua ultima notte a Roma, e chissà quando ci sarebbe tornato! La mattina seguente avrebbe preso l'aereo per Manchester, la sua città natale.
Quei palazzi, quei viottoli… tutto in quel momento gli parve stupendo. Come quando si è bambini, ed ogni avvenimento, anche il più insignificante, riesce sempre a dare felicità. Una semplice passeggiata in un parco assieme ai genitori, il Natale, i regali, le visite dei parenti più lontani… Poi gli anni passano, si invecchia, e nemmeno più la notizia di tuo cugino che torna da un paese lontano riesce a farti sorridere. Forse per le varie preoccupazioni che affliggono le nostre giornate come scuola o lavoro… o forse perché ormai tutto quello non ci basta e chiediamo di più, sempre di più.
Quel viaggio era il suo bivio… avrebbe riaperto vecchie ferite o aiutato a rimarginare quelle nuove?
A Manchester c'era la sua prima famiglia, quella con cui aveva passato la maggior parte dei suoi anni: la sua prima moglie e i suoi 2 figli.

Ripensò al giorno del matrimonio… non era stato affatto romantico, non l'aveva aspettato con ansia come di solito accade… No, perché non era l'amore che aveva legato lui e Withney, ma la decisione di suo padre… Come se l'amore possa essere deciso a tavolino, come se l'amore dipendesse dalle disponibilità monetarie di una persona.
Dieci anni dopo era fuggito, fuggito da quella prigione per rintanarsi in Italia. Lì aveva conosciuto Mara, la sua attuale moglie. Era riuscito a trovare un lavoro che, sebbene fosse umile, riusciva a mantenerli e dar loro la forza di andare avanti. Per la prima volta si era innamorato e le difficoltà per arrivare a fine mese non erano un problema, poiché erano in due ad affrontarle.

Camminando raggiunse Ponte Milvio, il luogo simbolo dell'amore giovanile. Lì tutti i fidanzati attaccavano il loro “lucchetto dell'amore” con la convinzione che questo sarebbe durato in eterno… Che ingenuità! Un lucchetto non può incatenare i sentimenti di due innamorati. L'amore non è eterno, e crescendo ci si accorge che anche le storie migliori, anche quelle che sembravano destinate a durare, possono giungere ad una conclusione.
Ma come si dice, l'importante è crederci. E poi… l'amore è eterno finché dura!
Ryan tirò fuori dalla tasca un bigliettino su cui precedentemente aveva scritto una frase:

“E così me ne vado, come una lacrima spinta dal vento di una giornata fredda. Ciao Roma, a presto!”

Era un'usanza che gli aveva insegnato sua madre: scrivere su di un bigliettino una frase rivolta alla città che si abbandonava e lasciarla volare nel vento. E così lasciò che quel bigliettino venisse spinto dalla corrente, fino a che sparì dalla vista.
Il sole stava ormai per sorgere ed il suo volo sarebbe partito di lì a poco.

Passò di fronte ad un grande parco e si meravigliò vedendo degli uomini di colore ridere e scherzare con degli italiani.
Tutti i giorni si sentivano discorsi legati al razzismo, ma in quel momento sembrava che tutto fosse svanito. Forse il mondo stava, per una volta, girando per il verso giusto; il colore della pelle non sembrava poi aver così tanta importanza.
Perché il mondo d'oggi vive nell'apparenza, dove l'aspetto o anche semplicemente il tipo di musica ascoltata caratterizza una persona nel bene o nel male. Solamente il giorno precedente, in quello stesso parco, un uomo afroamericano e un italiano erano stati sorpresi a picchiarsi senza esclusione di colpi. Il motivo di quella rissa era un banale posto a sedere su di una panchina.

Proprio in quel momento il paesaggio intorno a Ryan iniziò lentamente ad ingrigirsi, fino a che…

“Si prega ai signori passeggeri di allacciarsi le cinture. L'aereo sta per atterrare a Manchester. Speriamo che abbiate avuto un buon volo. Buona giornata”

Un'espressione triste apparve sul viso di Ryan, seduto nell'ultima fila di quell'aereo.
Accanto a se una signora di cinquant'anni imprecava contro un giovane di colore semplicemente perché questo l'aveva leggermente urtata nell'alzarsi per andare in bagno.

Già… il mondo non era cambiato di una virgola. Peccato, stava iniziando a farci l'abitudine!

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2 commenti

  1. BELLISSIMA STORIA E ANCHE LA CANZONE!!

  2. sinceramente non mi è piaciuto molto… tu scrivi abbastanza bene, mi piacciono le similitudini e alcune espressioni, ma questo racconto inizia con una storia (quella di Mario) e finisce con un’altra che non c’entra niente… io avrei cercato un intreccio tra le due (parere assolutamente personale!). e poi non capisco bene…forse hai voluto mettere troppi messaggi importanti (l’amore per la famiglia, i matrimoni organizzati, rifarsi una vita, lasciare una città, ritornare indietro, razzismo) tutti in una volta sola e non sei riuscito a svilupparli al meglio…
    comunque sono tutti consigli che spero ti possano essere utili e ti assicuro non vogliono essere critiche cattive.
    ciao!
    Leo^_^

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