Le loro mani erano incrociate, la sentiva tremare e poteva vedere la paura vivere all’interno dei suoi occhi.
«Amami» gli disse.
Lui la strinse forte a sé.
«Non so fare altro»
Le lacrime iniziarono a fiorire dagli occhi della giovane, lacrime amare dovute a…
«E allora non partire»
Lo sguardo del ragazzo divenne triste, si sciolse da quell’abbraccio e voltò le spalle alla ragazza.
«Scusami»
E sparì inghiottito dal check-in.

Ne sono passati di anni da questa fotografia, quelle parole scritte sul retro non fanno che rievocare la tristezza passata.
Una donna qualsiasi si sarebbe ribellata, avrebbe tentato di ricostruirsi una vita, di trovare un nuovo amore.
Ma non lei, lei era lì, come ogni sera affacciata alla finestra, e alla finestra aspettava.
Aspettava che il mondo cambiasse, aspettava un segno dal cielo ma soprattutto aspettava lui.
Come Penelope tesseva la sua tela, attendendo il suo ritorno.
Niente lamenti, niente lacrime, queste le aveva già versate al momento della sua partenza.
Come Penelope soffriva in silenzio con la paura di scorgere la bandiera nera all’orizzonte.
Al calare delle tenebre si adagiava sul letto e lentamente si faceva sopraffare dal sonno, aspettando il giorno successivo.
Con gli occhi fissi sulla strada ammirava quello scenario ogni volta diverso, ogni volta ricco di sfumature che lo rendevano migliore, originale, perfetto.
I fiori di pesco che sbocciavano sull’albero nel suo giardino tinteggiavano il paesaggio di un color rosa chiaro, donando la vita a quel quartiere altrimenti smorto.
Poco più in là vi era un campetto da cui provenivano le urla dei ragazzi che prendevano a calci un pallone, solo per sfogarsi.
Magari bastasse questo anche a lei, no, aveva bisogno di molto di più.
I suoi occhi erano puntati su quel parcheggio, prima o poi quella Volkswagen nera sarebbe arrivata, se lo sentiva, e nel frattempo continuava a stingere quella fotografia tra le sue mani. I bordi erano ormai ingialliti dal tempo, ma nonostante tutto il ricordo era indissolubile all’interno del suo cuore.
In quel momento, dal piano superiore, provenne una canzone che sembrava parlare di lei, sembrava essere la voce della sua coscienza e cercò di scacciarla, in tutti i modi.

«… non sempre c’è un lieto fine
dimentica l’amore forse anche il dolore passerà…»

No, lei non avrebbe dimenticato, mai.
Il dolore sarebbe vissuto con lei fino al giorno del suo ritorno, perché lui sarebbe tornato.
La guerra li aveva allontanati, divisi per troppo tempo, aveva riscosso il suo tributo, era giunto il momento di riunirli.
La guerra per stabilire la pace, questo era uno dei pochi concetti che non riusciva a comprendere nemmeno dopo tutti quegli anni.
Le luci del giorno erano ormai calate, i lampioni sulle strade iniziarono ad accendersi e la luna prese il posto del sole.
Anche quel giorno il suo più grande desiderio non era stato avverato, ma questo fece crescere in lei la voglia che arrivasse l’indomani.
Prese un bicchiere d’acqua, lo poggiò sul comodino e chiuse gli occhi, addormentandosi con un sorriso.
La bandiera nera sembrava ormai sventolare all’orizzonte, ma non per lei, non ancora.
Lei continuava a tessere la sua tela fino al giorno in cui sarebbe potuta ritornare completa.
Nella notte il rumore di un motore in avvicinamento la fece destare e correre alla finestra; nella foga rovesciò anche l’acqua per terra.
Un uomo era appena sceso da una Volkswagen nera e si apprestava ad entrare nell’edificio, e quell’uomo somigliava tanto a…
Iniziò a scendere di corsa le scale fino a quando non furono faccia a faccia, come durante il loro ultimo incontro.
Il ricordo dell’ultima parola udita uscire da quelle labbra la fece piangere, piangere di gioia perché finalmente il suo primo, vero, grande amore era lì con lei.
Gli saltò al collo prima che lui potesse dire qualcosa e lo baciò, un bacio che misto a quelle lacrime salate aveva un sapore di felicità. L’ultima parola fu anche la prima
«Scusami»
Quanto vissero in quel bacio non si sa, ma la felicità del loro amore è durata in eterno.
Quella foto era ancora poggiata sul davanzale della finestra e bastò un colpo di vento per farla volare via, e con essa sparirono anche la tristezza che questa rappresentava, le parole scritte sul retro e le lacrime che l’avevano bagnata.
Non c’è bisogno di vivere nel passato quando il presente è come lo vogliamo.
Le luci dell’alba spuntarono all’orizzonte, una nuova alba, un nuovo inizio, una nuova vita.

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