Il buio mi circonda in questo campo desolato, lontano dalla città.
Mi sono appena svegliato, sento un dolore lancinante provenire dalla mia testa, l’unica emozione che riesco a provare.
Chi sono? Dove mi trovo? Che giorno è oggi?
Mi sento strano, non ricordo nulla se non… un viso di donna.
Mora con gli occhi marroni, un vestito nero ed un paesaggio innevato come sfondo. La neve nella mia mente continua a cadere fitta, tinteggiando di bianco quella visione celestiale.
Ha il viso rivolto verso il basso, quasi si vergogni di qualcosa, quasi abbia paura a mostrarsi.
Mi alzo ed inizio a camminare verso la città; i lampioni mi guidano, mentre cerco invano di ricordare anche un solo frammento della mia esistenza.
In tasca non ho documenti, non una foto, solo un semplice foglietto con su scritto un nome, il suo nome.
La mia vita in questo momento si basa su quell’unico ricordo di cui non sono nemmeno sicuro.
Realtà o immaginazione?
E’ un paesino di montagna, questo ormai l’ho capito, mentre qualcuno nel cielo rimbocca quelle fitte coperte grigie a questa luna splendente.
Non c’è nessuno in giro a quest’ora, nessuno che possa ascoltare le mie suppliche o aiutarmi a capire qualcosa di questa giornata, una giornata strana e tutt’altro che ordinaria.
Ricordassi almeno cosa sia “ordinario” nella mia vita…
Urlo quel nome a squarciagola, ma ottengo una sola risposta: l’eco della mia voce.
Non ricordo, non ricordo nulla del mio passato, da dove vengo e come sono finito in quel campo, ma quel viso, quel viso lo ricordo bene.
E’ stampato nella mia mente in modo quasi indelebile, così vero da confonderlo per reale; continuo ad urlare quel nome, su quel foglietto, in quella tasca.
Le gambe iniziano a farmi male mentre ritorno per l’ennesima volta in quel campo.
Ha un senso tutto questo? C’è forse qualcuno che gioca alle mie spalle?
Non c’è più luce intorno a me, tutti i lampioni si spengono contemporaneamente, dal primo all’ultimo.
Alzo il viso al cielo e solo ora mi accorgo che sta iniziando a nevicare, le nuvole nel cielo hanno scoperto la luna, unica fonte luminosa che illumina il centro del campo e il suo contenuto.
Perché il campo non è vuoto, al centro del campo una donna, quella donna, Lei!
Cado sulle ginocchia, mentre quella visione scombussola quell’unica certezza che mi sorreggeva.
Quella ragazza, in quel campo, con la neve che cade fitta.

Ha il viso rivolto verso il basso, quasi si vergogni di qualcosa, quasi abbia paura a mostrarsi.

Non ho più nessuna certezza ora che l’unico frammento di vita è stato distrutto da una realtà imminente e piangendo mi lascio cadere in avanti.
Chiudo gli occhi convinto che forse, in questo modo, la verità possa comparire all’orizzonte.
Ma non accade nulla, solo una mano fredda che viene posata sul mio viso.

“Non è così che deve andare, non strisciare, non è il tuo momento. Non fare come me…”

Con il viso rigato da infinite lacrime la guardo dal basso verso l’alto; è bellissima ma oltre a quel nome, non ricordo assolutamente altro.

“Alzati e segui il tuo cammino”

D’un tratto una nuova immagine compare nella mia mente e a questa iniziano a susseguirsene infinite, senza sosta.
Nomi, luoghi, persone, volti, storie.
Mi asciugo le lacrime e ormai conscio della mia situazione mi alzo e la stringo a me con una forza quasi violenta.
Non la voglio più lasciare, non POSSO più lasciarla ora che l’ho ritrovata.
Ci uniamo in un bacio che ridona ad entrambi la metà perduta, un bacio ricco d’amore quasi fosse il primo, un bacio così potente da modificare tutto il paesaggio circostante.
Il sole spunta all’orizzonte, la neve smette di cadere e nel campo sbocciano infiniti fiori che lo tinteggiano di infiniti colori.
In un secondo tutto cambia, d’un tratto mi spinge via ed inizia ad urlare.

“Non c’è tempo, vai! Segui il tuo cammino.”

Cosa significa quella frase? Quale cammino devo seguire?
Mi basta voltarmi un secondo, che tutto il paesaggio muta ancora; ora mi trovo in un lungo corridoio pieno di porte, dal fondo proviene una luce accecante e numerose voci.
Ogni porta ha sulla destra una targhetta dorata con su incisa una data, ogni data rappresenta una tappa fondamentale della mia vita.
La data della mia nascita, la data in cui io e Lei ci siamo conosciuti, la data nella mia laurea e anche quella del nostro matrimonio.
Ma la più importante è la targhetta della porta in fondo al corridoio, su di essa sono incise due date, le più importanti o forse le più significative in questo momento: le date degli incidenti.
Il primo, dieci anni fa, dove mia moglie perse la vita buttandosi dal quinto piano della nostra abitazione, il secondo di qualche giorno fa, dove io stesso ho cercato di togliermi la vita andando a sbattere con la macchina contro un albero.

“Non si risveglierà più.”
“Pensate all’eventualità di staccare la spina”

Sono queste le uniche voci che provengono oltre quella porta; non ci penso due volte e l’attraverso, venendo così invaso da un vortice di luce accecante.
Se non avessi potuto rivederla per quel breve istante, forse, non avrei nemmeno pensato di tornare sui miei passi, ma ora, dopo averla abbracciata, baciata, vissuta…

“Papà!”
“Guardate, sta aprendo gli occhi”

Mi risveglio in un letto d’ospedale, la testa fasciata che mi fa un male cane, ma ricordo tutto, perfettamente.
Vedo di fronte a me gli occhi pieni di lacrime di mio figlio; è tutto sua madre.
Come ho potuto anche solo pensare di lasciarlo in balìa di un mondo così crudele, così ingiusto, senza una guida, senza una madre e, per poco, senza nemmeno un padre?
Gli sfioro la mano che subito la sua pelle liscia mi ricorda la Sua e un brivido mi percorre lungo tutto il corpo, per quel poco che riesco a sentire.
Sono convinto che la vita sarà migliore d’ora in avanti, perché Lei vive dentro di me, vede attraverso i miei occhi e mi sarà sempre accanto, proteggendo me e nostro figlio come sempre aveva fatto durante tutta la sua vita.

Ora che finalmente la metà è tornata un intero.

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2 commenti

  1. Mi è piaciuto; scritto bene, abbastanza originale e piacevole da leggere.
    Ma non è che per caso si tratta di uno spot cattolico contro il testamento biologico?

  2. O_O
    Sono rigorosamente ateo, quindi non c’è nulla di cattolico XD

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