Il treno scivola silenzioso nella notte mentre fuori la pioggia sbatte contro i finestrini chiusi.
Tutto è calmo, niente a che vedere con i treni di giorno, tutti dormono… o quasi tutti.
Un uomo cammina avanti e indietro nel piccolo corridoio che separa gli scompartimenti; continua a fissare l’ora come se fosse in ritardo, di tanto in tanto si ferma per guardare sul display del cellulare in cerca di una chiamata o di un messaggio, poi riprende a camminare.
Poco più in là un ragazzo fissa le gocce di pioggia fuori dal finestrino.
Sicuramente sta scappando da chissà quale problema della sua vita adolescenziale ed è convinto che la distanza potrà risolverlo ed evitargli di affrontarlo direttamente.
A lui la pioggia può solo far bene, un nuovo inizio ha sempre bisogno di una fine e la pioggia aiuta a riflettere su come raggiungerla.
E poi c’è quella vecchietta seduta in disparte, lontano da tutti, con in mano i ferri per cucire e sul viso lacrime che continuano a scendere senza sosta.
Sembra il viso di chi ha perso tutto in un giorno solo, di chi trova nella fuga l’unica speranza per ricominciare.

Marco guarda l’orologio, ancora una volta.
Le due e mezza, mancano ancora 8 ore di viaggio prima dell’arrivo nella patria della sua nuova vita.
Non voleva finisse così, tradire sua moglie era l’ultimo dei suoi pensieri, ma a volte i pensieri non sono tutto.
La speranza però non è ancora svanita completamente; quel cellulare potrebbe illuminarsi da un momento all’altro, lei potrebbe chiedergli in lacrime di tornare indietro.
La domanda è una sola, lei potrebbe ancora riuscire ad amarlo dopo tutto quello che le ha fatto? Potrebbe riuscire a vivere come se non fosse successo nulla, senza vedere lo spettro di un’altra tra di loro?
Ma ci sono domande che non hanno risposta.
Le due e quarantacinque.
Una volta raggiunta la stazione finale non tornerà più indietro, non potrà farlo.
La sua è una strada a senso unico.

«Scusami, hai da accendere?»
E’ un ragazzino, avrà massimo 14 anni, ma in quel momento non gli importa di niente e di nessuno.
Nessun problema sarà mai più grande del suo.

«Vai nella sala fumatori.»
Il ragazzo resta immobile, fissa il pavimento per qualche minuto, poi inizia a parlare.

«Non ho mai fumato in tutta la mia vita. Conosco ragazzi più giovani di me che lo fanno per sentirsi più grandi.
Li ho sempre detestati, ma ora… ne sento il bisogno. Mi sento debole, privo di difese.
Sono stato rifiutato dall’unica ragazza della mia vita che io abbia mai amato, l’unica che significasse qualcosa.
Allora non ci ho visto più, ho preso il primo treno e sono scappato.»

«Non sono di certo qui per giudicarti, ma tu non stai fuggendo da un amore non ricambiato, stai fuggendo da te stesso.
Di sicuro sei sempre stato il ragazzo modello, quello che non sbaglia mai nulla.
Primo della classe, corsi extracurricolari, borse di studio.
Non sei mai stato abituato a perdere, il fatto di crescere sempre più in fretta non fa altro che provare la tua fallibilità.
La vita non ti ha nemmeno sfiorato, hai ancora milioni di amori da incontrare, milioni di amori che finiranno.
Il ”vero” amore è lontano, ma lo incontrerai
Devi solo cercare di non fartelo scappare, di non commettere errori. »

La vecchietta, sentite quelle parole, appoggia i ferri, alza lo sguardo e con la voce tremolante, distorta dalle lacrime si rivolge ai due:
«Anche il vero amore prima o poi finisce, non possiamo farci nulla. Dobbiamo solo vivere quello che ci viene concesso.»

Marco e il ragazzo si avvicinano e si siedono di fronte alla vecchia signora.
Il treno è sempre più calmo, sono gli unici svegli.

«Mio marito è morto questa mattina. Siamo stati sposati per 50 anni, ma stavamo insieme da quando lui ne aveva 18 e io 15.
Era il mio vero amore, quello che tutti criticano dicendo che non arriverà mai, lo “spettro”, il “fantasma”.
Quello che persino voi mettete tra virgolette tanto lo vedete come un concetto astratto.
Beh, io il vero amore l’ho visto,  vissuto e perso, portato via da una forza più grande di me.»

Marco si porta le mani al volto e poi parla quasi sovrappensiero:
«Ho tradito mia moglie e lei mi ha cacciato di casa.
Non la biasimo, seppur sia stato un momento di debolezza, ma se non chiamerà prima dell’arrivo a Roma dovrò rassegnarmi ad una nuova vita.»

Le lacrime della signora finalmente smettono di rigarle il viso
«Non sta a te dare ultimatum. Sappi che mentre tradivi lei, hai tradito anche la tua fiducia, altrimenti non staresti qui a maledirti sul tuo errore.
Ogni problema, visto singolarmente, può sembrare irrisolvibile.
Per un adolescente niente è peggio di un amore non corrisposto, non avendo mai vissuto la fine di un amore; un tradimento può sembrare la causa finale di un rapporto durato moltissimi anni, ma solo la morte può mettere veramente il punto ad un amore se è vero.
Con una visione d’insieme si scopre che per ogni problema ne esiste uno peggiore, e dobbiamo solo ringraziare che non sia capitato a noi.
Vivete la vostra vita come fa una farfalla, che in un solo giorno scopre tutte le bellezze della vita, come lei sbattete le ali e siate gli artefici del vostro destino.»

La signora riprende in mano i ferri, e sebbene il dolore continui a vivere dentro di lei, le lacrime sono finalmente scomparse.

Il treno si ferma, stazione di Milano.
Il giovane non ci pensa due volte, prende il suo zaino e scende, attraversando i binari e prendendo al volo il treno del ritorno.
Lui ha scelto, almeno lui.

Marco prende in mano il cellulare, scorre la rubrica fino a raggiungere quel nome che gli fa tornare alla mente milioni di ricordi.
L’ultimo è il più terribile, la confessione del tradimento con la sua migliore amica, vasi che volano e che vanno in frantumi, la porta che sbatte.
«Lucia…»
Ormai conosce tutte le sue abitudini, sono le 5 e mezza e sicuramente sarà davanti alla TV a fare colazione prima di uscire per andare a lavorare.
A fatica preme il tasto di inizio chiamata e mentre il telefono squilla si alza, sorride alla signora e scende anche lui dal treno, pronto alla sua sfida personale.

Il futuro non è scritto, non possiamo sapere se il ragazzo supererà mai quell’amore non corrisposto, se Marco riuscirà mai a riconquistare Lucia, se riprenderà mai quel treno per la sua nuova vita.

Non ci sono certezze a questo mondo, tranne una: nel momento in cui ti poni un problema è perché conosci già la sua soluzione.

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1 commento

  1. Spero vivamente che Lucia non perdoni Marco!!

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