Ho passato una vita intera con il cuore serrato, dimenticandomi completamente il sapore delle emozioni e dell’amore.
Amore… l’ultima volta che ho usato questa parola credendoci è stata con una ragazza che è riuscita a calpestarmi l’anima.
Ripetutamente.

Ho spento le emozioni, diventando un robot senz’anima, ho smesso di cercare di innamorarmi o di cercare un qualsiasi pretesto per rendere una ragazza qualsiasi “qualcosa in più” nella mia vita.

Percorro la via più semplice da oltre dieci anni ormai e non ho mai avuto motivo per cambiare rotta.
Certo, gli attimi di breve follia ci sono stati, a volte per qualche giorno, al massimo per qualche settimana.
Non ho più riprovato l’Amore, al massimo relazioni prive di sentimento.
Alla fine però, per un motivo o per un altro, quando la follia terminava, ritornavo sui miei passi.
Non si può dire che io abbia fatto stragi di cuori, anzi, ma ho vissuto una vita semplice e senza troppe pretese.
Mi sono buttato a capofitto sul lavoro, cercando di fare carriera prima di ogni cosa, rinunciando spesso alle uscite serali per terminare lavoro arretrato.
Dieci anni dopo mi ritrovo socio dell’azienda in cui ho incominciato a lavorare come dipendente, con uno stipendio pari al doppio.
Qualcosa oggi è cambiato, non so cosa, forse sono semplicemente arrivato al punto di saturazione, forse il mio corpo non può più rinnegare ulteriormente la sua vera natura.
Qualcosa oggi mi ha convinto ad invertire la rotta e seguire la via meno ovvia, quella più dura e che di certo mi distruggerà psicologicamente come non mai.
Forse però è la scelta migliore che io abbia mai preso.

Siamo seduti al tavolo di un bar nel centro della città.
La notte si avvicina, e nel locale siamo rimasti solo noi.
Sono con il solito gruppo con cui ormai esco da una vita, ma questa sera c’è una nuova ragazza dai capelli castani e con un viso dolcissimo.
In tutto questo tempo ho conosciuto tante di quelle ragazze, con la metà di queste ho dato il peggio di me in una maniera tale da farmi ridere in faccia o sentirmi dare del “patetico” con ogni possibile sinonimo e variazione.
Non me n’è mai importato nulla.

Oggi mi sento tornato un quindicenne di fronte alla sua prima cotta.
Dopotutto è stato quello il momento in cui ho chiuso il cuore a doppia mandata, quindi si può dire che sia tornato al punto di partenza.
In parole pover ho buttato nel cesso un decennio.

Mentre parliamo, la vedo in disparte, timida, che non riesce a immettersi nei nostri discorsi.
Spesso mi estraneo anch’io dalla conversazione, ritrovandomi poi ad ammirarla da vicino, quasi fosse una creatura mistica lontana dalla mia realtà.
In quell’istante si volta verso di me, tuffandosi nel mio sguardo ed io nel suo.
Sento dentro di me qualcosa bruciare, come se qualcuno avesse acceso una fiamma nella bocca del mio stomaco.

Con un riflesso incondizionato la mia bocca si curva in un sorriso, e lei ricambia, continuando a fissarmi.
Per la prima volta sento che quello sguardo non è colmo di pena per me, di desolazione, sento che per la prima volta da una vita i suoi occhi non vogliono dirmi di lasciarla in pace.
E’ come se con uno sguardo ci fossimo fusi in una sola persona.

La conversazione attorno a noi continua, e seppur di tanto in tanto dia il mio contributo cercando di stare attento, spesso butto il mio sguardo su di lei cercando nuovamente i suoi occhi.

E’ una sensazione strana…bella.
Per la prima volta vorrei estraniarmi dal mondo, ma non per godermi la mia solitudine, bensì per stare con lei.
E’ strano provare una cosa del genere per una ragazza che non si conosce nemmeno?
Non per me.

Usciamo da quel bar e sento già la mancanza del suo sguardo.
Siamo dietro a tutto il nostro gruppo, nessuno fa caso a noi, e mentre loro discutono su qualcosa che faccio fatica a seguire, noi siamo uno accanto all’altra.
Riconosco di essere leggermente brillo, e me ne capacito dal fatto che senza pensarci due volte, le stringo la mano nella mia e mi volto a guardarla.
Lei mi sorride e mi fa una smorfia, e pensando di aver fatto una scelta azzardata, le lascio la mano chiedendole scusa.
Di tutta risposta la smorfia sparisce dal suo viso e ora è lei a prendere la mia mano, sorridendomi.
Il calore della sua mano sulla mia riaccende quella fiamma dentro di me e riprendo a sorridere.

Abbiamo rallentato così tanto che ormai il nostro gruppo non si vede nemmeno più, e per la prima volta dall’inizio di quella serata iniziamo a parlare seriamente.

Ormai è notte fonda e la luna è alta nel cielo.
Le catene immaginarie del mio cuore sono state spezzate e la mia anima rattoppata da tutti gli strappi.
Non lo sapevo ancora, ma quella sarebbe stata la sera che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.

La luna piena non è più simbolo di un cambiamento negativo nella mia vita.
Ogni sua parola colma quel vuoto che avevo creato fino ad allora dentro al mio cuore.
Continuiamo a camminare, andando verso l’alba, passando attraverso un boschetto mentre sentiamo un lupo in lontananza ululare e lei spaventata si avvicina a me.

Per la prima volta, non c’è rabbia o desolazione nella luna piena.
Soltanto una vita piena di speranza e di Amore.

Per la prima volta, quel lupo ululerà da solo.

Potrebbe anche interessarti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.