Dicono che quello che fai a Capodanno, lo farai per tutto l’anno.
Spero si sbaglino.

«Cinque…quattro…tre… due… uno… BUON ANNO.»

Queste le urla che provenivano dal salotto di quella baita, mentre ero fuori in balcone con la sigaretta tra le dita ammirando la luna splendente e i fuochi d’artificio sotto di lei.
Ho sempre avuto una visione romantica dei fuochi di capodanno sotto la luna piena ma quella sera mi incutevano la tristezza più totale.
Il fumo della sigaretta si unisce alla condensa del mio respiro in quella fredda notte di inizio gennaio.

Ogni anno scrivo una lista dei buoni propositi e la ripongo in una teca, ogni anno quei buoni propositi vengono dimenticati.
Proprio qualche giorno prima, cercando nuovi spunti, mi ricapitò tra le mani la lista del 2008.

1)    Imparare a cucinare
2)    Iniziare ad andare in Palestra
3)    Smettere di fumare
4)    Smettere di fumare… seriamente.
5)    Chiudere il cuore a chiave

Il risultato?
Un budino, di quelli già preparati a cui sarebbe solo da aggiungere il latte, bruciato;
Sono andato in palestra…a informarmi sulle tariffe e non ci ho più rimesso piede;
Ho smesso di fumare per ben sei ore, prima di ricominciare.
E’ un record.

Il cuore però sono riuscito a chiuderlo a chiave, dal 2008 ho smesso di affezionarmi così facilmente alle ragazze, il che il più delle volte portava a farle soffrire.
Io però stavo bene, libero dalle catene di un rapporto serio, libero da quei folli amori impossibili che mi portavo dietro come un fedele cagnolino.
…fino a qualche settimana prima.

Cos’è cambiato?
Ho puntato involontariamente lo sguardo sulla ragazza più bella e dolce mai vista, il contrario delle ragazze che avevo conosciuto fino a quel giorno.
Avrà avuto un passe-partout per il mio cuore, forse, ma sta di fatto che anche quell’ultimo buon proposito è definitivamente saltato.
Ma si sa, il mio tempismo non è mai stato dei migliori, e sono stato così fortunato da conoscerla quando si era appena impegnata con il mio migliore amico.

Chiudo gli occhi per scacciare la visione di loro due insieme, aspirando ancora dalla sigaretta.
Le urla in lontananza non accennano a diminuire, dopotutto è il primo dell’anno.
E’ giusto festeggiare, se ne hai un motivo.

In quel momento la porta scorrevole dietro di me si apre e Lei mi si avvicina, appoggiandosi al parapetto del balcone e porgendomi un bicchiere di spumante.

«Non ti va di rientrare?» mi dice sorridendomi.
Non le rispondo, prendo il bicchiere di spumante e le porgo la sigaretta, che prende senza fare domande.

Lo spumante misto al tabacco aveva un sapore aspro, ma lo mandai giù senza fiatare, mentre Lei si fumava la mia sigaretta guardandomi con la coda dell’occhio.

«E’ bellissimo qui fuori, ma fa freddissimo!» disse cominciando a ridere, contagiando anche me.
Di tutta risposta mi sfilai la giacca e gliela poggia sulle sue spalle.

Fu un gesto incondizionato, quasi mi fossi dimenticato del ragazzo che la stava aspettando a pochi metri di distanza.
Forse colsi impreparata anche lei, perché iniziò a guardarmi stranita quasi stesse cominciando a capire.
Quasi.

Spense la sigaretta e si voltò di nuovo verso l’orizzonte.

«Speriamo in un anno pieno di sorprese»
«Ho smesso di sperare.»

Questa mia risposta la spiazzò ulteriormente, ma non le diedi tempo di replicare, che subito continuai.

«Che senso ha fare progetti, se poi alla fine c’è sempre qualcosa che va male?
Che senso ha impegnarsi duramente, se poi qualcuno riesce a raggiungere il NOSTRO obiettivo con la metà degli sforzi?
Credevo nel Karma, un tempo, credevo che fare del bene portasse del bene, alla fine.
Che cosa ho guadagnato?
Solo pugni in faccia.»

Rimase in silenzio pochi secondi, con un’espressione seria che non le avevo mai visto in volto.

«Allora non hai mai lottato abbastanza.»

Feci per risponderle, convinto che non avesse ascoltato nulla di ciò che avevo appena detto, ma mi anticipò

« Il Destino e il Karma non esistono, l’universo non ti premia se ti comporti bene.
Sei tu a doverti premiare cercando di prenderti quello che pensi ti appartenga.

Ci conosciamo da poco, ma una cosa di te l’ho capita.
Sei uno che si arrende quando la vita diventa complicata, quando la strada sembra prendere una deviazione inaspettata.
Non esiste l’impossibile, soltanto qualcosa che meriti ogni nostra fatica.»

Non so dove presi tutta quella forza di volontà in quel momento, forse quel discorso mi aveva caricato abbastanza da compiere quell’unico gesto che mi sembrava opportuno e che avrei dovuto compiere già settimane prima.

Le posai la mano sulla parte bassa della sua schiena e la spinsi a me, incatenandola in un bacio che esplodeva di tutti i sentimenti mai rivelati.
Per un attimo il mondo parve fermarsi e tutti i pezzi del puzzle prendere una forma, poi la brusca realtà prese il sopravvento e lei si staccò da me.

«No…Io… Io non…»

Mi voltò le spalle e fece per aprire la porta scorrevole, voltandosi soltanto per riconsegnarmi la giacca e sussurrarmi uno “scusa” che mi ferì più di ventitré coltellate al cuore.

Potevo cercare ogni possibile scusante, che almeno ci avevo provato, che non avevo alcun rimorso, che era colpa delle mutande rosse che mi ero dimenticato di comprare, erano solo scuse per mascherare ancora una volta il mio fallimento.
E’ la storia della mia vita.

Tirai fuori dalla tasca quel foglio sul quale avrei voluto scrivere i buoni propositi per il 2014, ancora bianco.
Con la penna scrissi l’unica cosa che mi venne in mente in quel momento, l’unica cosa che avesse senso, e poi lasciai che il vento se lo portasse via.

Rientrai nella baita, richiudendo la porta dietro di me, con il capo basso, per niente pronto a ricominciare tutto da capo, sperando che per una volta, il mio buon proposito si avverasse.

“Mai più.”

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