«La mia vita è ancora un “Lavori in corso”»
«E con questo cosa vorresti dire?»

Luca e Chiara erano seduti faccia a faccia in un locale in centro; lei giocava con i suoi capelli, lui non riuscendo a stare con le mani in mano, giocava con il posacenere al centro del tavolo.

«Ho avuto tante… infatuazioni per un sacco di ragazze diverse nella mia vita, ognuna di queste mi ha insegnato qualcosa.
Ognuna non è stata altro che un pezzo di un enorme puzzle che trovava finalmente il suo posto.»

Con gli occhi pieni di tristezza Chiara rispose «Non ho ancora idea di quale sia il punto»

«Ho imparato che le storie a distanza non funzionano e che non è sempre vero che gli opposti si attraggono.
Che potrai nasconderti dietro ad una maschera per quanto tu voglia, ma il tuo vero “io” prima o poi spunterà fuori.
Ho imparato che tutti i “giochetti”, in Amore, non servono a niente.
Tu mi hai insegnato che mi fido troppo delle persone e che mi affeziono troppo facilmente.»

«Com’è possibile che tu mi stia “ringraziando” per averti fatto del male?»

Luca chiuse gli occhi, tentando di scacciare via tutti i pensieri che gli stavano affollando la mente, e si mise le mani davanti al volto per fermare le lacrime.

«Non ti sto ringraziando, e soprattutto non mi hai causato solo dolore nel breve tempo per cui ci conosciamo.
Sto solo dicendo che fa tutto parte di un disegno più grande.
Prima di conoscerti mi ero creato il mio inferno personale e vivevo sotto un’altra di quelle maschere che ormai aveva fatto radici troppo a fondo.
Conoscerti mi ha scosso a tal punto da farmi capire che stavo sbagliando tutto.

Questo non vuol dire che i sentimenti che provavo… che provo per te non siano veri.»

Luca tolse le mani dal suo viso, sul quale era comparso un sorriso rigato dalle lacrime.
Le prese la mano e la guardò dritta negli occhi.

«”Io dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”, Fabrizio de Andrè – Giugno 73.
Non siamo stati mai  insieme, ma solo ora capisco a fondo questa frase.
Ringrazio che ci abbiano fatto incontrare, nonostante tutte le avversità, nonostante il tempo forse non fosse corretto, nonostante tu forse non fossi quella giusta.»

Le lacrime ora affollavano il viso di Chiara e l’unica parola che riuscì a dire fu uno “Scusa” strozzato.

Luca le lasciò la mano e si diresse verso la porta d’uscita.
Con la mano sulla maniglia e le lacrime che avevano ripreso a scorrere, e senza nemmeno voltarsi, le disse

«Nonostante tutto… E’ stato bello.»

Uscì, e con un fazzoletto si asciugò le lacrime, prendendo dalla tasca il pacchetto di sigarette e mettendosene una in bocca.
Non aveva mai fumato seriamente, ma in quel momento ne aveva bisogno.
La motivazione non era la stessa del passato (farsi del male pur di stare bene), ma ci si avvicinava molto.
Aveva solo bisogno di tranquillità.
Tranquillità che in quel mese non era riuscito ad avere.

Aveva vissuto sopra a delle montagne russe di emozioni, tra gioia e dolore.
Ogni volta che sembrava finalmente aver raggiunto la serenità, ecco la caduta in picchiata.
Non era colpa di Chiara, forse non totalmente.
Come aveva detto, si affezionava troppo in fretta alle persone, e altrettanto in fretta le persone lo deludevano.

Il suo cellulare vibrò per un messaggio ricevuto, Whatsapp, probabilmente.
Non aveva voglia di sentire nessuno, calcolando che l’unico motivo per il quale aveva ricominciato ad usarlo era proprio Chiara.

Aspirò a fondo il nettare velenoso della sigaretta, camminando per quelle città che non gli apparteneva, ma che nell’ultimo periodo aveva cominciato a conoscere sempre di più.
Avrebbe voluto dire lo stesso della ragazza che abitava nel suo cuore, in quel momento.

Si era inizialmente mostrata per quello che non era, forse, o forse si vergognava troppo del suo vero “io” da doverlo coprire con una maschera.
Dopotutto, la differenza di età era considerevole.
Puoi passare tutto il tempo che vuoi a ripeterti “L’età è solo un numero”, quando sei preso fino al midollo per una ragazza, questo non cambia il fatto che questa differenza, prima o poi, verrà a farti visita.

Con lui era accaduto subito.
Era una fortuna, o una sfortuna?

«Sei cattivo, non ti parlo più.»

Vide due ragazzini litigare per un giocattolo e si mise a sorridere.
Quei due bambini avrebbero fatto la pace in meno di dieci minuti, perché quando si è piccoli non importa quanto sia grande il motivo per cui si arriva a litigare, se con quella persona stai bene.
Più cresciamo, più ogni sciocchezza diventa il motivo per eliminare quella persona dalla nostra vita.
Era quello che stava per fare con Chiara, cercare un futile motivo per tramutare la tristezza in rabbia nei suoi confronti, così da avere un pretesto per vivere meglio con se stesso e con la sua scelta.
Non era quella la reazione matura che voleva avere.
E nel bar, fortunatamente, aveva rispettato il suo copione.

«Luca!»

Una voce familiare, fin troppo familiare, che fino a poco tempo prima lo aiutava a stare bene o lo segregava nella parte più bassa degli inferi a seconda delle parole che le sentiva pronunciare.

«Io non ci sto a rinunciare a te.»
«Hai rinunciato a me nel momento stesso in cui hai detto di non volermi dare certezze.»
«No. 
Non ho mai detto di voler rinunciare a te.
Non ho mai voluto farti del male.
Ti ho sempre detto che stavo passando un periodo nero, ti ho sempre detto di non pensarmi e tu hai sempre fatto l’opposto. »

«Stai dicendo che tutto questo è colpa mia?» Luca si mise a ridere, una risata isterica mentre le lacrime che fino a poco prima avevano smesso di scorrere, ripresero la caduta.

«No.
Non sto dicendo che è colpa tua.
Sto dicendo che nonostante tutto sei rimasto al mio fianco anche nel periodo più nero.

E per questo ti ringrazio.
Ma il punto è che non voglio perderti.»
«Ed io non voglio esserti amico. 
Fa troppo male esserti accanto, senza… esserti accanto.»

Chiara fece qualche passo verso di lui gli prese la mano e gli schioccò un bacio sulla guancia.

«A quello troveremo una soluzione.»

“La vita è un cerchio”, l’avrete sentito già, da qualche parte.
Potrete pensare di esservi allontanati totalmente da voi stessi tanto da dovervi andare a cercare, ed è proprio quello il momento in cui la vita fa una brusca curva e cerca di tornare sui suoi passi.
L’importante è imparare dai propri errori e completare il puzzle.
Tutti i “Lavori in corso” dovranno essere conclusi, prima o poi.

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