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Leggi prima “Paura di vivere”




Qualcuno disse che il tempo è l’unica cosa che mai potrà tornarci indietro. Una volta passato, la sola e unica cosa che possiamo fare è arrenderci, e farci trasportare da quello che tutti noi chiamiamo futuro.
Dieci lunghi anni… Chi l’avrebbe mai detto! Allora era veramente depressa, quasi se niente o nessuno potesse cambiare quella situazione… Ma guardandola ora si fatica davvero a credere che sia la stessa ragazza!
È seduta sul divano nella sua casa, nella quale abita con suo marito Hisashi da più o meno 5 anni. Una bambina corre verso di lei con un piccolo libricino in mano

«Mamma, mamma…» sua figlia, sangue del suo sangue «Ho trovato questo libro impolverato nella vecchia libreria… cos’è? cos’è?»
Fuyuko pare esitare per un momento… quello é il diario sul quale scriveva da ragazzina. Sull’ultima pagina c’è ancora la sua voglia di morire…
«È… il mio diario. È strano trovarselo di nuovo tra le mani dopo così tanto tempo!» pronuncia con voce tremante.
«Te l’ho mai raccontata la storia di quando io e tuo padre ci siamo incontrati?»
«Sarebbe meglio dire scontrati, cara» si intromette Hisashi che, nel frattempo, ha abbandonato la cucina e si si è seduto accanto alla figlia, in attesa che Fuyuko inizi a raccontare…
«Stavo passando un brutto periodo, dopo che tua nonna morì la mia vita sembrava andare a rotoli giorno dopo giorno… Passavo giornate intere in un bar a pensare, mi pare si chiamasse Asahi…» la bambina pare essere sempre più interessata, mentre il padre la tiene in braccio e sorride… Forse rievocare quei momenti per lui é davvero importante.
«Beh, comunque, era un giorno dei tanti… Fuori pioveva a dirotto ed io, naturalmente, avevo dimenticato l’ombrello…»
«Ecco spiegato da chi hai preso questo terribile difetto» Si intromise Hisashi e la bambina scoppia a ridere. Ogni mattina si scorda sempre qualcosa a casa e Hisashi deve portarglielo all’asilo…
Fuyuko fa una smorfia, ma alla fine sorride a sua volta e prosegue a raccontare.
«Dicevo… Sono uscita dal locale, fregandomene della pioggia che mi bagnava, fregandomene delle conseguenze che ciò avrebbe avuto… Ero così triste che non riuscivo nemmeno a guardare dritto davanti a me… Guardavo per terra, nelle pozzanghere bersagliate da tutte quelle gocce di pioggia… Non feci però in tempo a fare qualche passo che mi scontrai con tuo padre che, tra parentesi, aveva un ombrello!» tutti scoppiano a ridere, ma solo per un attimo, poi Hisashi prosegue con la storia.
«Beh dopo esserci presentati l’ho invitata a prendere una tazza di caffé caldo così che si riscaldasse, e abbiamo iniziato a parlare. Non è stato difficile capire quanto fosse depressa in quel momento ed io ho fatto di tutto per farla divertire, per farle capire che c’era qualche motivo per cui valeva la pena vivere…» Hisashi si alzò, si sedette vicino a Fuyuko, e la baciò… Un bacio che le fa ricordare il primo… Una settimana dopo che si erano conosciuti erano andati a cena fuori, era la notte di capodanno… E il loro primo bacio fu proprio allo scoccare della mezzanotte, con i fuochi d’artificio come colonna sonora… «Dai! Baciatevi dopo, quando io non ci sono! Ora voglio sapere come va a finire la storia!» Il padre si alza e dice alla figlia che ci penserà sua madre a concluderla. Torna quindi in cucina a finire di preparare la cena.
«Beh, non c’è molto altro da dire… Ci siamo messi insieme praticamente subito, eravamo e SIAMO veramente innamorati… Alla fine sono riuscita a sradicare tuo padre dalle sue convinzioni giapponesi e ci siamo trasferiti qui in Italia, lontano dalla mia vecchia vita per crearmene una nuova… Dove potessi essere me stessa, e non chi gli altri mi avevano fatta diventare… Ma queste sono cose che imparerai da grande… Ora forza, vai a giocare e goditi la tua giovinezza…» Avrebbe aggiunto “Dato che non tornerà più, ma si morde le labbra per non parlare… Ad una bambina di 5 anni non si possono dire certe cose…
La bambina, felice di conoscere ora la storia della sua famiglia, corre in cortile, lasciando la madre sola con il diario sulle sue gambe.
Dopo un attimo di riflessione la madre prende la penna ed inizia a scrivere per l’ultima volta… che strana sensazione dopo 10 anni…

“Caro diario… lo so, sono stata assente per 10 lunghi anni, ma in tutto questo tempo la mia vita è cambiata in modo radicale… Non starò ad annoiarti con tutti i particolari, anche perché forse ora sono troppo grande per avere ancora un diario segreto… Ma una cosa la voglio fare… voglio darti un nome! Da adesso in poi tu sarai Laura, come mi figlia, il mio gioiello più prezioso di adesso come tu lo eri allora… Ora sono felice, tanto felice che rileggendo la pagina precedente quasi scoppio a ridere… Rivedo ancora la scrittura incerta dovuta alla mano che tremava… proprio come ora! Con l’unica differenza che ora sono felice! Quante volte ho ripetuto la parola felice? Mio Dio, non so più scrivere nemmeno in un diario! Beh, Laura… Questa volta è un vero addio… Quando arriverà il momento passerai nelle mani di mia figlia, lei ora ti merita più di me…

Fuyuko”

Per la prima volta chiude il diario con il lucchetto e lo sistema in un piccolo angolino sulla nuova libreria.
Dalla finestra vede Laura che gioca e si diverte con tutti i suoi coetanei, ai quali pare non importi il fatto che sia di un’origine etnica differente… Forse non avrà mai bisogno di un diario dove sfogarsi, forse crescerà in un modo migliore di come era cresciuta lei.  Va quindi in cucina, da Hisashi, ad aiutarlo con la cena… Ora la sua vita sembra quasi monotona, ma spesso guarda il passato e si rivolge al futuro… Un futuro diverso da quello che si sarebbe mai aspettata…

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5 commenti

  1. I nomi sono tutto un programma…la storia tutto sommato rende, salvo qualche imprecisione tempistica.

  2. Ke bella… complimenti!=)

  3. k bella storia….

  4. wow…davvero bella!

  5. Dea_AlcolizzataVisionaria

    la storia è banale…le strutture linguistiche elementari….non è male….ma a mio parere potresti fare di meglio….hai di certo talento….

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