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Il primo requisito per iniziare un viaggio è la scelta della destinazione, e forse è anche la parte più difficile.
Una lista infinita di voli in partenza lampeggia sul display al centro dell’aeroporto:  New York, Londra, Parigi, Buenos Aires…
Ardua scelta, calcolando il budget minimo di 300 euro che dovrà essere sufficiente per colazione, pranzo, cena ed un letto dove dormire.

La lista scorre, non lasciando nemmeno il tempo di analizzare le alternative e decidere quale potrebbe essere il luogo più idoneo alla ricerca di me stesso.
Che strano però, l’unico modo per trovare se stessi è allontanarsi da tutto ciò che definiamo familiare, sopravvivere lontano dal nostro mondo, ripartendo da zero.
Trovare se stessi significa vivere al di fuori della cupola di vetro che per anni non abbiamo fatto altro che proteggere dagli attacchi esterni.
Seduto accanto a me c’è un uomo di circa trent’anni, sguardo perso nel vuoto e biglietto in mano.
E’ vestito in modo impeccabile, giacca e cravatta, e sulle sue ginocchia è appoggiata una ventiquattrore in pelle nera con una targhetta dorata all’esterno.
E’ un avvocato, un avvocato che prenderà il volo Milano, quasi sicuramente per seguire un caso assegnatogli la sera prima e che per questo gli frutterà un mucchio di soldi.
Il suo sguardo non pare però quello di un uomo felice, sembra quasi che una forza invisibile lo comandi dall’alto imponendogli il modo di vivere, un modo di vivere che lui stesso non condivide.
Anche lui, come me, avrebbe bisogno di un viaggio per ritrovare la serenità, magari disteso sulle spiagge di Honolulu con in mano un bel “Sex on the Beach” ghiacciato.

«Ultima chiamata per il volo Roma – Milano »

L’uomo si alza e mi rivolge un sorriso forzato, quasi un avvertimento a scegliere bene la mia destinazione, perché da questa dipenderà tutto il mio futuro.
Avrei voglia di alzarmi, prenderlo e scuoterlo, dirgli che a lui la vita ha dato tutto ma che non riesce ad apprezzarlo, urlargli di essere felice perché c’è gente che sogna la metà di quello che lui già possiede.
Sarebbe solo un modo per rendermi ridicolo agli occhi di tutti e sottolineare ancora di più la tragica situazione in cui mi trovo: un intero senza unità.
Ricambio il sorriso cercando quasi di donare serenità a quell’uomo,  lui che ha scelto la sua strada e ora vorrebbe tornare indietro, vorrebbe distruggere il frutto del suo lavoro, quei fogli dentro quella valigetta dai quali dipende tutta la sua carriera.
Ma no, non torna indietro, consegna il biglietto e si dirige sull’aereo come un condannato si dirige al patibolo, a testa bassa e con lo sguardo ancora perso nel vuoto.
Mi alzo per sgranchirmi le gambe, sono passate due ore e tutt’ora non ho una minima idea di dove trascorre Il resto della mia vita.
Al bar una ragazza giovanissima, sicuramente fresca di maturità, racconta di come abbia trovato l’indipendenza fuggendo da casa dei genitori.
Nella sua inesperienza la ragazza pensa di aver trovato la sua giusta destinazione, ma negli anni forse capirà di aver commesso un terribile errore e farà la fine di quell’avvocato, costretta a rimpiangere il passato e magari a voler tornare indietro.
Si ritroverà nuovamente a casa dei suoi genitori, riaccendendo litigi, discorsi, lotte che erano rimaste in sospeso dal giorno della sua partenza.
La differenza tra me e questa ragazza è semplice, lei è determinata nella sua scelta, mentre io…

«Ultima chiamata  per il volo Roma – Verona»

Anche la ragazza si alza, ma al contrario dell’avvocato questa mi lancia uno sguardo di sfida, quasi in questo momento si senta padrona del mondo.
Non sa però, che a breve sarà il mondo a caderle sulle spalle; quando anche la ragazza svanisce attraverso il check-in, mi rimetto a camminare per l’aeroporto, senza meta.
Tutti pensano di aver trovato la propria destinazione, nel bene o nel male, tutti meno che me.
Sembra quasi che io sia condannato a vivere la mia vita all’interno di un limbo, senza destinazione, senza unità, senza la possibilità di essere felice.
Ma è proprio quando ormai sto per gettare la spugna che… eccolo, il segnale che tanto stavo aspettando.
Sul display compare, prima tra tutte, la città che preferisco e che pensavo fosse il mio limite alla felicità, la città che qualche ora fa ho lasciato pensando di non tornarci più, la mia vera casa, là dove avevo lasciato moglie e figli per iniziare questo mio viaggio spirituale.
Solo ora, dopo aver visto la triste espressione di un avvocato in carriera e la temporanea euforia di una ragazzina viziata, solo ora ho finalmente capito cosa è importante nella mia vita.
Al diavolo la fama, i soldi e la notorietà, mi tengo il mio umile lavoro, sottopagato, ma con la possibilità di condividere gioie e dolori con la donna che amo.
Mia moglie mi ha lasciato partire senza storie, senza lacrime o urla, ha sempre creduto nel mito delle metà, e quando si è destinati a stare insieme, non c’è nulla che possa interferire.
Mi sono bastate solo due ore in aeroporto per capire un concetto che lei in trenta lunghi anni non è mai riuscita a farmi comprendere.
Il segreto della felicità sta nell’accettare anche gli avvenimenti negativi con un sorriso sulle labbra e con la convinzione che dopotutto, andrà meglio.
Perché nella vita non esistono scelte sbagliate e tutto e reversibile.
Faccio il biglietto e mi dirigo verso il mio aereo, a testa alta e con una sola destinazione, una destinazione che mi cambierà la vita.

«Ultima chiamata per il volo Roma – Bolzano »

L’aereo si alza in volo e subito mi addormento, certo che finalmente “Svegliarsi in un mondo migliore”  non sia più solo una frase fatta.
Un sorriso compare sul mio volto, un sorriso che mi porterò dentro fino al raggiungimento della mia destinazione finale.

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1 commento

  1. ti è venuto molto bene..
    finale inaspettato, molto significativo…
    ti voglio bene.

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