Inizio a scrivere oggi un possibile futuro per domani, un futuro non reale, ma che potrebbe esserlo.
Inizio a scrivere oggi la fine del mio viaggio nel tempo.
Un racconto che rileggendolo mi farà ripensare ad oggi, sorridere, e forse bruciarlo, stracciarlo, distruggerlo, quasi pensando così di distruggere questo presente, quel passato, che tanto ho odiato.

Sono passati… quanti anni ormai? La scuola è finita da un pezzo ma oggi, dopo tutto questo tempo mi ritrovo a camminare per questa lunga strada, percorsa a suo tempo milioni di volte, avanti ed indietro. Quanti pensieri allora, quante priorità. Quante storie sbagliate.
Già, ho passato un'adolescenza d'inferno, o meglio questo è ciò che ho sempre creduto.
Oggi la scuola ha perso l'importanza di un tempo, e i cortili sono praticamente deserti. Nessun ragazzo ormai scende a pausa, nemmeno per ricaricare le batterie per le successive tre ore.
Nessun ragazzo vuole più andare a scuola.
Camminando il rumore dei miei passi risuona nell'assoluto silenzio che mi circonda. Le bandiere sventolano, spinte dalla forza del vento e alcuni fogli svolazzano nell'aria.
In fondo vedo la panchina sulla quale io ed i miei compagni eravamo soliti passare i 15 minuti di tanto agognata pausa, a chiacchierare, a sfogarci, a consigliarci.
Tutto è cambiato da allora, le miei idee, i miei pensieri, le mie priorità.
Si, forse sono ripetitivo, ma ora come ora ho iniziato a credere persino in cose che allora ritenevo impossibili.
Primo fra tutti il destino, la grande mano posta sopra di noi che ha già deciso le nostre azioni, le scelte, gli errori che dovremo commettere per seguire il giusto filo logico del “racconto”.
Odiavo il fatto di non essere IO lo scrittore della mia vita, di dover sottostare alle leggi di qualcuno più importante di me. Credevo persino che il destino potesse essere preso come scusa dalla maggior parte delle persone, giusto per non prendersi le proprie responsabilità.
Perché è questo che può sembrare alle persone che la vedono da fuori, una scusa per evitare di prendersi la colpa.

“Ha fatto un incidente ed è morto… beh era destino”

E non ditemi che non è vero!
Beh, con gli anni ho però imparato il vero significato del destino.
Il destino è un aiuto nella tua vita, che ti viene incontro quando tutto ti va a puttane, quando la vita sembra essertisi rivoltata contro.
È strano sedersi adesso su questa panchina e avere pensieri così diversi di quando ero diciottenne.
Ma una volta terminati gli studi ed iniziata la mia scalata nel mondo del lavoro, tutto è andato sempre migliorando.
Ho incontrato quello che per ora sembra l'amore della mia vita, una ragazza che amo e dalla quale voglio una famiglia.
Ho un lavoro che mi piace, e che allo stesso tempo non mi prende troppo tempo così da poter passare i momenti liberi con la mia ragazza ed i miei amici.
Suona la campanella che indica la fine della pausa, riprendono le lezioni.
Quei pochi studenti che ancora vogliono un diploma saranno avvantaggiati un domani, quando si troveranno davanti alla porta del loro futuro.
Il mondo sta lentamente degenerando, giorno dopo giorno, diventando sempre più invivibile.
La legge italiana non è mai stata delle migliori, ma con gli anni è diventata anche peggio.
L'Italia di oggi è un'Italia di povertà, di tristezza, ma allo stesso tempo c'è una grande voglia di vivere e di rinascita.
Questa visita mi è servita … è servita al mio scopo.
Il mio personale viaggio nel tempo, iniziato ormai 10 anni fa… si conclude qui.
Ho iniziato all'ora, venendo a contatto con qualsiasi cosa che ricordasse il mio passato… e ho proseguito fino ad oggi.
La scuola è stato l'ultimo dei miei problemi , l'ultimo da adolescente.
Non ho più bisogno , ora , di vivere nel passato, sbarrerò quella porta iniziando a cercare la chiave per quella che da anni è di fronte a me.
Mi alzo dalla panchina e vado verso la macchina.
Il vento si è placato e persino le bandiere hanno smesso di sventolare. Qualche studente è seduto sulle scale a fumare la sua sigaretta, nonostante il regolamento della scuola l'abbia sempre vietato, imponendo multe (mai eseguite) a chi non lo avesse rispettato.
Sto per entrare in macchina quando un pensiero mi fa tornare indietro e salire le scale.
Lascio la macchina nel parcheggio e prendo l'autobus, come ai vecchi tempi.
Il mio è un viaggio nel passato che non finirà mai.
E forse… è così un po' per tutti.

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